giovedì 30 agosto 2007

Contagio emotivo


A New York, quel pomeriggio d'agosto, l'umidità era insopportabile; era la classica giornata in cui il diagio fisico rende ostile. Tornando in albergo, salii sull'autobus in Madison Avenue e fui colto di sorpresa dall'autista, un uomo nero di mezza età con un sorriso entusiasta stampato sul volto, che mi diede immediatamente il suo benvenuto a bordo con un cordiale "Ciao! Come va?": un saluto che rivolgeva a tutti quelli che salivano, mentre l'autobus scivolava nel denso traffico del centro. Ogni passeggero restava stupito, proprio come lo ero stato io, e pochi furono quelli che ricambiarono il saluto, chiusi com'erano nell'umor nero della giornata.
Ma mentre l'autobus procedeva lentamente nell'ingorgo, si verificò una lenta trasformazione - una sorta di incantesimo. l'autista si esibì per noi in un monologo, un vivavce commento sullo scenario intorno a noi - c'erano dei saldi fantastici in quel magazzino e una splendida mostra in quel museo... avevamo sentito di quel film al cinema in fondo all'isolato? l'uomo era deliziato dalle molteplici possibilità offerte dalla città, e il suo piacere era contagioso. Al momento di scendere dall'autobus, tutti si erano ormai scrollati di dosso il guscio di umor nero con il quale erano saliti, e quando l'autista gridava loro "Arrivederci, buona giornata!" rispondevano tutti con un sorriso.

Daniel Goleman, Intelligenza Emotiva

I limiti del cambiamento


L'esperienza clinica ci insegna che l'esposizione improvvisa a informazioni di indole travolgente può avere uno dei due effetti: o possiamo riuscire ad assicurare la nostra sopravvivenza psicologica chiudendo le nostre menti alla nuova realtà e comportandoci come se non esistesse, oppure dovremmo fuggire completamente dalla realtà. Quest'ultima soluzione è l'essenza della follia.

Paul Watzlawick, La realtà della realtà

martedì 21 agosto 2007

La realtà: caso e necessità

...dovremo accettare un'idea alquanto meno 'sofisticata' dell'origine delle visioni del mondo che non quella insegnataci da queste due discipline (psicologia e metafisica); cioè un'idea basata semplicemente sull'interazione tra due ingredienti: caso e necessità.

(...) Una volta incorporato nella struttura DNA, l'evento - essenzialmente imprevedibile poiché sempre singolare - sarà meccanicamente e fedelmente ripetuto e tradotto: vale a dire, moltiplicato e trasposto in milioni o bilioni di copie. tratto fuori dal regno del puro caso, l'evento casuale entra in quello della necessità, delle certezze più implacabili. (Jacques Monod)

P. Watzlawick - La realtà della realtà