mercoledì 21 febbraio 2007

Stadi fondamentali del processo di risoluzione creativa dei problemi



Henry Pointcaré (matematico francese dell'800), è stato il primo ad individuare gli stadi fondamentali del processo di risoluzione creativa dei problemi, così scrive Daniel Goleman nel suo libro Creative Spirit (lo spirito creativo) di cui di seguito riporto degli estratti liberamente riadattati (se questo è un problema li tolgo!!!).

Le quattro fasi sono:
1) Preparazione
Il momento in cui ci si immerge nel problema alla ricerca di qualunque informazione. ci si apre a tutto ciò che abbia anche solo lontanamente a che fare con il problema da risolvere. E' come se si riempisse un cesto con ogni tipo di oggetto, anche improbabile, ma che forse ed inaspettatamente potrà iniziare a combaciare con gli altri.
La cosa più difficile da fare, in questa fase è liberarsi da pregiudizi ed autocensure. Abituata alla routine la nostra mente tende a vedere solo il modo più ovvio di affrontare il problema
1b) Frustrazione
E' possibile che si aggiunga al primo: altro non è che l'arrendersi della mente analitica e razionale, che raggiunge il proprio limite e si abbandona. E' normale che essa si verifichi ed è in un certo senso necessaria. Sapere che esiste ed imparare ad accettarla è importante affinché non la si colleghi a dei propri limiti personali o non la si etichetti come negativa. Spesso i problemi non vengono risolti, non perché siano in imposssibili ma perché ci si arrende troppo presto: costanza!
2) Incubazione
Quando la razionalità arriva al limite... dormiamoci sopra. E' un lavoro "passivo", la consapevolezza non può farci niente, dobbiamo lasciare che sia il nostro inconscio ad affrontare la cosa. E' bello pensare che c'è qualcuno di cui ci fidiamo ciecamente che lavora per noi! (in effetti la risposta potrebbe emergere in un sogno o nello stato di dormiveglia). Spesso sottovalutiamo l'inconscio, eppure lui è più libero da freni e autocensure di quanto non lo sia la nostra parte cosciente. Inoltre l'inconscio è un magazzino che contiene molti più dati (pare il 99% in più) rispetto alla mente cosciente, per cui ha molto più materiale su cui poter lavorare.
Per non parlare del fatto che è proprio là che ha sede l'intuizione: l'impressione di essere nel giusto è appunto il modo più chiaro in cui percepiamo le conoscenze del nostro inconscio (sul pensiero intuitivo si veda anche Malcolm Gladwell, Blink - tradotto come "In un batter di ciglia")
3) Fantasticare
Nei momenti in cui non pensiamo a nulla siamo più aperti alle intuizioni dell'inconscio. Paul MacCready, inventore del primo aereo a propulsione umana afferma: "Può darsi che tu non riesca a trovare subito una soluzione, e allora lasci perdere il problema per un po', ma poi, all'improvviso, magari mentre ti stai facendo la barba, ti viene una buona idea".
Riuscire a rilassarsi è fondamentale quanto difficile dati i ritmi della vita moderna. A scuola, al lavoro, quando guardiamo la televisione: in tutti questi casi è la mente di qualcun altro che controlla ciò che pensiamo.
4) Illuminazione
Quando tutto a un tratto (e con un pizzico di fortuna) la soluzione emerge come dal nulla.

Mark Twain


"L'uomo con un'idea nuova è un matto finché la sua idea non ha successo"

martedì 20 febbraio 2007

O. Wilde



"La coerenza è l'ultimo rifugio delle persone prive d'immaginazione"